Quella della Memoria è la prima risonanza del portfolio di Raffaella Castagnoli; l’oggetto è l’alluvione in Lunigiana del 2011. L’evento sembra lontano perché catastrofi più recenti si sono succedute. Ma fare memoria vuol dire appunto non ignorare quanto accaduto; perché gli eventi traumatici spesso cancellano col dolore oltre che la fisicità delle cose anche il loro ricordo. I disastri favoriscono lo sbigottimento rassegnato, soprattutto se si susseguono senza sosta, e fanno perdere identità all’evento: i morti e le devastazioni sembrano effetto del destino cinico e baro e vengono archiviati come numeri, almeno finchè non ci toccano in prima persona. La motivazione degli sconvolgimenti è di facile comprensione, nell’urbanizzazione selvaggia e di un territorio ferito che si ribella. E la presa d’atto non basta a cambiare le cose: il rischio è quello di fermarsi a guardare. Raffaella Castagnoli propone due stimoli. La prima chiave interpretativa documenta l’evento attraverso un bianconero reportagistico. La distruzione delle cose “lascia senza parole”. Ma il silenzio è cattivo consigliere in questi casi e la capacità di denuncia che ha la fotografia viene valorizzata. Bisogna far ricordare, cercando di dare stimoli emozionali, chiavi di lettura, opinioni su cui riflettere. Il silenzio è adatto al bosco, non alla città ferita. La seconda chiave è densa di significati. E’ l’auspicio della capacità di mutamento nel rispetto della natura; qui l’autrice si esprime attraverso le “indebite” somiglianze geometriche dei dittici; una natura che riporta tutto simile a sé; c’è l’ironica capacità di osservazione che cerca e mette a confronto composizioni similari: per esempio un’auto ”morta” conficcata in un muretto e una radice emergente dalla sua fonte di vita. La rappresentazione della parte naturalistica del dittico attraverso un colore desaturato, al limite della percettibilità, cerca di evidenziare lo stacco tra ciò che è morto e quello che torna alla vita, quello che è oramai perduto e quello che si può ritrovare.
di Saverio Langianni